Civiltà Cattolica

Civiltà Cattolica

Era una rivista della Compagnia di Gesù, la più antica ancora attiva in lingua italiana. Tra le molte riviste cattoliche, la Civiltà Cattolica è l'unica ad essere esaminata in fase di bozza dalla Segreteria di Stato della Santa Sede e ad averne l'approvazione definitiva. Fu fondata intorno al 1850 da un gruppo di gesuiti di Napoli. All'inizio del Novecento la rivista si rivolgeva alla maggioranza della popolazione cattolica degli italiani, nel tentativo di costruire una scuola per una classe dirigente cattolica preparata ad affrontare il futuro, soprattutto dopo il graduale venir meno del non expedit. Anche durante il fascismo la rivista puntò soprattutto alla formazione di questa classe dirigente, ovviando all'assenza di figure di rilievo nel movimento cattolico. Nel 1930, nell'ambito dello scontro fra Stato e Chiesa verificatosi dopo il Concordato del 1929, venne scoperto un legame fra il gruppo antifascista d'ispirazione monarchico-cattolica Alleanza Nazionale e padre Enrico Rosa, in quel tempo direttore della rivista. Nel 1936 La Civiltà Cattolica trattò della liceità delle annessioni coloniali. Il tema fu affrontato da padre Antonio Messineo in un frangente delicato: in quel tempo l'Italia era impegnata nella conquista dell'Etiopia e stava vivendo il conseguente scontro con la Società delle Nazioni. Nel 1937 pubblicò la lettera, con cui i vescovi spagnoli presero posizione il 1º luglio dello stesso anno 1937 sulla guerra civile, sostenendo il movimento dittatoriale del generale Franco. È del 1938 un articolo a firma di Enrico Rosa, in cui il gesuita analizzava alcune critiche rivolte alla rivista da uno studio sulla questione ebraica. L'autore respingeva le accuse secondo le quali la rivista assecondò nel 1890 due misure contro gli ebrei: la confisca dei beni e l'espulsione dall'Italia; il padre Rosa affermava che nessuna delle due potesse essere ammessa da uno spirito cristiano, e che la rivista non le appoggiò, pur ammettendo che il vigore della polemica propria di quel momento storico non aiutò a esprimere le posizioni nella forma più chiara. Al tempo stesso l'articolo di Enrico Rosa prendeva le distanze dal nascente antisemitismo fascista. Nello stesso anno, però, la rivista commentò favorevolmente le Leggi razziali fasciste, volendo addirittura rilevarvi una notevole differenza con quelle naziste.

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