Il 18 gennaio 1862 Giovanni Granafei, figlio di Giorgio, vendeva il palazzo ove prima era la chiesa di S. Pelino, alle spalle di via Duomo, per 5.000 ducati ai fratelli Giuseppe e Domenico Nervegna . Il loro padre Giuseppe si era trasferito a Brindisi da Ortona nei primi anni del XIX secolo con i fratelli Domenico, Giovanni, Salvatore e le sorelle Camilla e Giovanna . Era di condizione venditore di salumi in piazza e nel 1825 commise una [mancanza] dolosa, avendo guardato per molti mesi il carcere in Napoli . Si faceva riferimento forse a Giuseppe, che aveva aderito alla vendita carbonara del Liberi Piacentini ; del resto nel 1830 Domenico era considerato un settario graduato. Negozianti i Nervegna ebbero particolari relazioni con Trieste città natale di Anna Runcaldier, moglie di Giuseppe che lì fece educare i figli . L’ascesa della famiglia fu rapida: già nel 1834 Domenico era inserito nella pubblica amministrazione. Erede di Luigi e Giuseppe che avevano costituito un vasto patrimonio fondiario, fu Oscar, che il 17 marzo 1921 vedette il palazzo al Piccolo Credito Cattolico a cui fu rilevato dal Comune di Brindisi, che intendeva utilizzarlo quale sede del tribunale.
Il fondo contiene 3 fascicoli.
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