a cura di Lucia Destino
Titolo: Non dipende da te
Autrice: Mariachiara Montera
Genere: Saggistica – Scienze sociali
Editore: Einaudi
Collana: Quanti
Anno di Pubblicazione: 2022
Attualmente siamo abituati ad una narrazione del mondo del lavoro basato sulla performance: al di là di ogni aspirazione personale e di qualsiasi variabile è richiesto uno spirito di adattamento estremo, a qualunque costo.
Siamo così abituati e sovraesposti a questo tipo di visione che è lecito chiedersi se queste siano le uniche regole del gioco possibili, se sia un dovere sottostare per forza a questa concezione del lavoro e della vita.
Mariachiara Montera, attraverso la sua storia personale e famigliare, parla di ambizioni e responsabilità.
“Questo assunto che se ami quello che fai non hai la sensazione di lavorare davvero: lo avete già sentito, no? Eppure non abbiamo mai lavorato così tanto come in questi anni: ci snodiamo per essere disponibili, reperibili, flessibili, infiniti.
Lavoriamo la sera, il sabato, svolgiamo tre lavori per inseguirne uno che sia quello che amiamo, e non molliamo mai. Però, ecco: questa storia del lavoro per amore somiglia tanto ad un inganno.
Secondo voi, io lo avevo intuito? Ma quando mai.”
Sempre più spesso il proprio valore personale viene fatto coincidere e conseguire al successo lavorativo.
Essere affermati sul lavoro, e di conseguenza guadagnare molto, è quindi diventato un dovere e non più ambizione lecita, ma non necessaria.
Dimmi quanto guadagni e ti dirò chi sei: è un’equazione talmente interiorizzata che non riusciamo neanche più a scorgere.
“Quanto guadagni definisce chi sei e il tuo valore: ha a che fare con l’identità e anche con la cultura e l’economia. Solo che questo lo capisci dopo.”
Montera, con un linguaggio semplice, cavalca il tema dal punto di vista politico, economico, sociale e psicologico.
Presenta il neoliberismo, una teoria economica che ha alla base la privatizzazione e un minore ruolo dello Stato. Di conseguenza, la competizione è vista non solo positivamente, ma calorosamente raccomandata.
A livello individuale ciò comporta una promozione della capacità e responsabilità personale di cercare e creare ruoli lavorativi volti all’autorealizzazione, in un contesto votato unicamente alla competizione e avente come fine ultimo il guadagno.
Affermare che chiunque possa (e debba!) ambire al successo ha come assioma sottostante l’idea che tutti abbiano a disposizione gli stessi mezzi culturali, cognitivi, economici e sociali per competere e costruirsi un certo tipo di carriera.
Ma è davvero così?
Al di là delle legittime ambizioni di ognuno, che possono andare oltre le aspirazioni di affermazione e denaro, se tutti partissimo dalle medesime condizioni il successo dipenderebbe unicamente da noi, dalla nostra perseveranza e dal nostro impegno.
La realtà è ben diversa, l’economista premio Nobel Joseph E. Stiglitz spiega come la determinante principale del successo di un individuo è la sua condizione di partenza: parliamo di reddito e del livello di istruzione dei genitori.
I nostri studi e la rete di relazioni su cui possiamo contare dipendono da quelle variabili predeterminate.
Non è solo questione di merito, insomma, ma anche vero e proprio privilegio.
Così, mentre le persone con disponibilità economica riescono ad accedere a servizi grazie ai quali mantenere e migliorare la propria condizione economica e sociale in un circolo virtuoso infinito, al contrario persone senza un determinato reddito continuano a non avere la possibilità di sbloccare opportunità tali da modificare la condizione di partenza.
Un libro che parla di politica, dunque.
E di economia.
Ma, nello studio di psicoterapia, questi temi sono all’ordine del giorno e spesso sono vissuti in una prospettiva poco sana, oltre che poco obiettiva.
Come sempre la conoscenza è potere e capire come funzionano determinate dinamiche ci permette di comprendere anche su quali variabili si possa intervenire.
E come farlo in maniera funzionale.
“Se ci penso, è letteralmente la stessa educazione che ho ricevuto: quello che ho studiato e il mio impegno mi avrebbero premiato da adulta. Avrei potuto vivere con stabilità e tranquillità, se fossi stata in un certo percorso. Avrei avuto tutte le possibilità del mondo per cambiare la mia situazione economica. Se non arrivano risultati, è perché siamo persone che non si impegnano o non sono brave abbastanza per guadagnare quanto gli spetta. E se non siamo brave, siamo un fallimento.”
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