La dott.ssa Lucia Destino dal Salone Internazionale del Libro a Torino

La dott.ssa Lucia Destino dal Salone Internazionale del Libro a Torino

23 Mag 2023

La nostra psicoterapeuta dott.ssa Lucia Destino oggi ci fa un regalo ancora più grande: il racconto della sua visita al Salone Internazionale del Libro a Torino.
Dallo Studio al Salone: appunti di viaggio di una psicoterapeuta errante.
A cura di Lucia Destino.
Questa settimana non recensisco un libro, ma vi parlo di un’esperienza: scrivo da Torino, dove ho partecipato alla XXXV edizione del Salone Internazione del Libro.
Erano anni che pensavo di andarci, quest’anno ho deciso di farmi questo regalo e – con qualche difficoltà logistica – sono riuscita ad arrivare a Torino.
Partiamo da qualche numero: durante i cinque giorni del Salone sono state registrate 215.000 presenze, un numero enorme che va letto alla luce delle a dir poco sfavorevoli condizioni metereologiche che hanno reso impossibile per molte persone raggiungere il Piemonte.
Questi numeri mitigano i meno incoraggianti dati Istat secondo i quali – nel 2021 – solo il 40% della popolazione con più di sei anni d’età ha letto almeno un libro per motivi che esulassero da richieste scolastiche o professionali.
Uno dei motivi per cui si legge poco è sicuramente legato alla nostra abitudine alla velocità: vogliamo contenuti brevi e sintetici, da condividere istantaneamente e spesso non siamo in grado di ritagliarci del tempo per noi e per un’attività come la lettura di un testo.
Eppure condividiamo storie da sempre: fin dagli albori della civiltà gli esseri umani cercano, inventano e diffondono storie.
Da quando nelle caverne ci si disponeva intorno ad un fuoco a raccontarsi storie fino ai libri scritti e oggi in formato digitale.
Io, personalmente, prediligo “l’oggetto libro”, da tenere sul comodino o da portare in borsa, rappresenta un lasciapassare per un periodo di tempo – più o meno breve – dedicato a me.
Leggere significa ricevere nuove informazioni, conoscere nuove storie.
I libri ci insegnano che prima di noi qualcuno si è trovato in una situazione simile alla nostra e ha provato le stesse emozioni, così come ci permette di scoprire una nuova gamma di esperienze e stati d’animo a noi totalmente estranei.
Leggere è un atto magico.
Cos’altro ci permette, in qualsiasi luogo e con qualsiasi tempo a disposizione, di teletrasportarci in un posto e in un tempo diverso dal nostro?
Leggere è rivoluzionario.
Non è un caso che tutti i regimi, da sempre, abbiano tentato di reprimere e/o censurare i libri e gli autori, perché chi legge, informandosi, costruisce una propria idea.
E chi ha una propria idea è difficile che si sottometta passivamente alle idee altrui.
Leggere significa essere persone libere.
Leggere è un antidoto alla rassegnazione.
Chi legge, sceglie.
Chi sceglie è libero.
Leggere è terapeutico.
La letteratura ci cambia la mente: leggere romanzi aumenta le nostre capacità metacognitive, impariamo a porci nella prospettiva delle altre persone.
Inoltre, leggere non ci permette solo di avere una voce, ma soprattutto di avere qualcosa da dire.
Un mondo senza letteratura sarebbe un mondo senza più ideali, sarebbe un mondo sempre uguale a se stesso e senza alcuna via di fuga, nessuna strada per un cambiamento.
Leggere significa disobbedire.
Dove c’è cultura c’è curiosità, impegno, apertura.
La cultura è incompatibile con la violenza e la prevaricazione.
La cultura, tra tutti, è l’unico bene che quando viene diviso aumenta invece di diminuire.
Per questo un evento come il Salone Internazione del Libro di Torino è una boccata di speranza e d’aria fresca.
Per questi motivi luoghi come il Salone del libro o la nostra Biblioteca pubblica arcivescovile De Leo vanno tutelati.
Perché sono luoghi di diritti e partecipazione, garanzia di libertà per tutti.

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